Kandinskij | Un uomo capace di rovesciare le montagne

Il maestro russo è il protagonista della mostra “Wassily Kandinsky – dalla Russia all’Europa”, a Pisa, Palazzo Blu, dal 13 Ottobre al 3 Febbraio 2013.

112Così lo definì il suo amico Franz Marc. Vasilij Kandinskij nasce a Mosca nel 1866 dove studia e si laurea in economia diventando assistente presso l’Università di Mosca. Il suo grande interesse per le tradizioni popolari, in particolare per la pittura popolare e per le Icone russe, lo porta – per pura passione – a disegnare e dipingere fino al 1895 quando gli viene offerta la cattedra per insegnare economia all’Università di Mosca. Questo suo amore per il disegno e la pittura gli fa rifiutare l’incarico e lo fa trasferire a Monaco dove può dedicarsi totalmente alla sua passione. Qui conosce le opere dell’Espressionismo tedesco che lo colpiscono fortemente per l’uso del colore e dove nel 1912, con Franza Marc, fonda il “Cavaliere Azzurro” (Der Blaue Reiter).

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Primo giorno di scuola di Filippo

Cosa c’è, oggi, di altrettanto scontato come l’inizio della scuola? Ogni anno, puntuale, accompagnato dai servizi al telegiornale, i reportage, le polemiche, l’immissione in ruolo, il caro-libri, i precari… e ci si abitua – così – a questa scontatezza.
Poi però, improvviso, arriva il “primo giorno di scuola” di Filippo (ed anche dell’Elisa, la mamma maestra). Continue reading

Caspar David Friedrich – Il senso dell’Infinito

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Caspar David Friedrich, nato in Alta Sassonia, contempla nei suoi dipinti lo spazio e la natura dei luoghi della propria vita. Non trovando nella pittura tedesca precedente punti di riferimento congeniali alla sua sensibilità (perché l’interpretazione del paesaggio era soggetta al filtro dell’idealizzazione) Friedrich si rivolge alla tradizione fiamminga. La sua immersione nel clima del Romanticismo e della cultura germanica lo porta ad avere, con il paesaggio, un rapporto del tutto nuovo: la partecipazione commossa del soggetto, il senso dell’infinito e del mistero che porta con sé una quantità di simboli, di allegorie, di evocazioni. Continue reading

Realismo

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“Non c’è luogo dove l’arte annaspi come la scuola, non c’è luogo dove la poesia muoia come la scuola, ciò che diventa obbligatorio, spesso perde la sua verità: se vi dicessero che dovete amare per forza, non amereste più. «Ama!». Ci sono verbi che non possono sopportare l’imperativo, non possono sopportare l’ordine, essi sono nell’ordine. Continue reading

Un modo “nuovo” di guardare le cose solite


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Sui manuali di storia dell’arte Edward Hopper (Nyack, 1882 – New York, 1967) – quando non è dimenticato – è definito sinteticamente come “il pittore del realismo americano”. Ma che cosa significa tale affermazione? Quali sono gli elementi di questo suo realismo? Certo, si potrebbe dire semplicemente che Hopper è realista perché dipinge le cose, la realtà dell’America negli anni della crisi. Ma questo non basta, perché a ben guardare la pittura di Hopper è molto lontana da un realismo inteso semplicemente come mimesi. Il suo realismo, o forse meglio, la sua fedeltà al reale non si esaurisce infatti nella rappresentazione mimetica di ciò che ha di fronte, ma emerge innanzitutto nella fedeltà a ciò che il rapporto, dialettico e talvolta drammatico, con la realtà suscita in lui: “Il mio ideale in pittura è sempre stato la trascrizione più esatta possibile delle impressioni più intime che mi suscita la natura”.

(Marco Vianello) Continue reading